Se la pandemia è stata uno shock senza precedenti per l’economia globale, per le imprese ha agito come un implacabile stress test. Questo evento straordinario ha messo a nudo le aree di fragilità nella gestione aziendale, portando alla luce un’unica, grande verità: la liquidità disponibile è l’asset più prezioso per sopravvivere e prosperare in contesti di incertezza. Non tutte le imprese, purtroppo, supereranno la prova. Le stime di Banca d’Italia indicano un aumento significativo dei fallimenti aziendali, molti dei quali sono crisi latenti che le misure di sostegno hanno solo temporaneamente mascherato.
Tuttavia, da questa crisi emerge una grande lezione per gli imprenditori resilienti: comprendere le proprie debolezze è il primo passo per costruire un futuro più solido. Analizziamo i punti deboli strutturali emersi e le strategie per trasformarli in punti di forza.
La Trappola dei Ritardi nei Pagamenti: un male cronico italiano
Uno dei principali talloni d’Achille del sistema imprenditoriale italiano sono i tempi di pagamento cronicamente dilatati. Sebbene una direttiva europea imponga di saldare le fatture entro 30 giorni, la realtà è ben diversa. Secondo le analisi di Confartigianato, i ritardi nei pagamenti, sia tra imprese private che da parte della Pubblica Amministrazione, rappresentano un problema sistemico che drena risorse vitali soprattutto alle micro e piccole imprese. La pandemia ha aggravato la situazione, con una percentuale di fatture non pagate dalle grandi imprese in aumento e un debito commerciale della PA che ha raggiunto livelli record. Tale situazione crea un circolo vizioso che soffoca la liquidità e rende le PMI finanziariamente vulnerabili.
La Forza della Filiera: un Vantaggio Competitivo da coltivare
Il secondo elemento emerso con forza è l’importanza della qualità della filiera di appartenenza. Le PMI che hanno mostrato maggiore resilienza sono quelle integrate in ecosistemi produttivi dove il capo filiera ha agito da scudo, supportando i fornitori più fragili per garantire la continuità operativa. Lo dimostra la crescita del reverse factoring, uno strumento di Supply Chain Finance che permette al fornitore di incassare subito a fronte di un pagamento dilazionato del committente. Questo approccio collaborativo è un modello virtuoso, ma purtroppo non tutte le piccole imprese hanno la fortuna di far parte di filiere così strutturate, così da trovarsi a navigare in solitaria e con meno difese.
Il Capitale Circolante sotto pressione
La gestione del capitale circolante è il terzo punto dolente. La pandemia ha creato un “effetto fisarmonica”: prima uno stop forzato che ha azzerato i fatturati, poi una ripresa violenta della domanda che ha messo sotto enorme pressione gli approvvigionamenti. La scarsità di materie prime e l’aumento dei prezzi hanno premiato chi poteva pagare subito i fornitori, allungando il ciclo di cassa per tutti gli altri. In uno scenario del genere, la scelta delle banche di privilegiare finanziamenti a lungo termine garantiti dallo Stato, a discapito delle più flessibili linee di credito a breve, ha creato un pericoloso disallineamento tra la finanza aziendale e le necessità operative, ingessando la gestione del circolante proprio quando serviva massima agilità.
Costruire la Resilienza: tre pilastri strategici per le PMI
La lezione del Covid-19 impone un cambio di passo. Per proteggersi da crisi future, le imprese devono fondare la propria strategia su tre pilastri centrali.
1. Adottare un approccio previsionale
È indispensabile dotarsi di sistemi per la pianificazione e il controllo di gestione, capaci di simulare scenari avversi. Ciò non è più un lusso, ma una necessità, anche alla luce del nuovo Codice della Crisi d’Impresa, che richiede una diagnosi precoce di potenziali difficoltà. Avere il pieno controllo della propria condizione finanziaria è il primo passo per evitare di trovarsi in difficoltà.
2. Qualificare il portafoglio clienti
Una gestione attenta del rischio è di primaria rilevanza. È necessario analizzare e riclassificare i clienti in base alla loro affidabilità, limitando l’esposizione verso quelli che potrebbero generare improvvisi blocchi nei pagamenti. Ritardi gravi e sconfinamenti, infatti, attivano “alert” nei sistemi di controllo delle banche e possono compromettere l’accesso a nuove linee di credito e la valutazione del proprio merito creditizio.
3. Sfruttare le alternative Fintech per la liquidità
Oggi le imprese hanno a disposizione un arsenale di finanziamenti alternativi. La soluzione più potente e immediata per le problematiche emerse è la cessione dei crediti commerciali, poiché trasforma il fatturato in cassa senza creare nuovo debito. Il Fintech ha reso questo processo incredibilmente efficiente.
L’Invoice Trading: la Leva Strategica per la Liquidità Immediata
In tal contesto, l’Invoice Trading si rivela la soluzione d’elezione. Attraverso la cessione di una fattura subito dopo la sua emissione, si ottengono benefici strategici:
- Si ottiene liquidità immediata per pagare i fornitori, cogliendo opportunità di sconto e rafforzando la supply chain.
- Non si contrae nuovo debito, lasciando il bilancio pulito e la capacità di indebitamento intatta per futuri investimenti.
- Non è richiesta alcuna segnalazione in Centrale Rischi, un vantaggio competitivo enorme rispetto alle soluzioni bancarie tradizionali.
In definitiva, se sei a corto di liquidità, un finanziamento non è sempre la soluzione. Per le PMI moderne e resilienti, la vera strategia è valorizzare il proprio lavoro, così da trasformare i crediti da un’attesa a un asset liquido e immediatamente disponibile.