Home » Insight & Business tips » Tokenizzazione degli Asset Finanziari: Cos’è e Come Funziona
Cos’è la Tokenizzazione degli Asset?
Si ha una tokenizzazione degli asset quando un asset tangibile o intangibile viene trasformato in un token digitale, il quale a sua volta può essere gestito, trasferito e scambiato su una blockchain. I token rappresentano una frazione dell’asset sottostante, che può essere un immobile, un’opera d’arte, azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari. La blockchain garantisce che ogni token sia unico e immutabile, facilitando il tracciamento e lo scambio degli asset tokenizzati.
La tokenizzazione permette una gestione più efficiente degli asset, migliorando la trasparenza delle transazioni e riducendo i costi associati. Inoltre, consente una maggiore accessibilità, dando modo anche agli investitori con risorse limitate di partecipare a mercati precedentemente inaccessibili.
Come funziona la Tokenizzazione degli Asset?
Per comprendere meglio il processo, vediamo nel dettaglio come funziona e le fasi in cui si articola.
1. Selezione dell’Asset
Il primo passo nel processo di tokenizzazione è la selezione dell’asset da tokenizzare. Come accennato, gli asset possono variare notevolmente e includono azioni, obbligazioni, immobili, opere d’arte, contratti di debito e persino beni intangibili come proprietà intellettuali. La scelta dell’asset è fondamentale e richiede una valutazione accurata per determinare il suo valore complessivo.
2. Creazione del Token
Una volta selezionato e valutato l’asset, il passo successivo è la creazione del token. Il processo avviene su una piattaforma di blockchain che supporta la creazione di token, come Ethereum, Binance Smart Chain o altre piattaforme simili. Al centro di questa fase c’è lo smart contract, un programma eseguito sulla blockchain che automatizza l’emissione e la gestione dei token.
Lo smart contract definisce le regole e le condizioni per la creazione e il trasferimento dei token, assicurando che ognuno rappresenti una frazione specifica dell’asset sottostante. La suddivisione dell’asset in unità digitali permette una maggiore frazionabilità, rendendo possibile l’investimento anche con piccole somme di denaro.
3. Offerta e Distribuzione
Dopo la creazione dei token, questi possono essere offerti al pubblico tramite una Initial Token Offering (ITO), simile a una Initial Public Offering (IPO) per le azioni. Durante l’ITO, i token vengono venduti agli investitori, che in cambio ricevono una frazione dell’asset tokenizzato. Una volta completata l’offerta iniziale, i token possono essere scambiati su piattaforme di exchange di criptovalute o su marketplace dedicati alla tokenizzazione. Così diviene più facile per gli investitori comprare e vendere token rispetto agli asset tradizionali.
4. Gestione dei Token
I token vengono memorizzati in portafogli digitali (wallet) che supportano il tipo specifico di token creato. I proprietari possono scambiarli o trasferirli liberamente tra portafogli, seguendo le regole stabilite dallo smart contract. La gestione dei token attraverso la blockchain garantisce che tutte le transazioni siano registrate in modo immutabile e trasparente, riducendo il rischio di frodi e aumentando la sicurezza complessiva.
La Tokenizzazione degli Asset Finanziari: la Normativa
Parlando più specificamente di tokenizzazione degli strumenti finanziari, a essere presi in considerazione sono:
- azioni,
- obbligazioni,
- titoli di debito di società a responsabilità limitata,
- ricevute di deposito,
- strumenti di mercato monetario,
- quote di organismi di investimento collettivo.
Un’importante svolta in materia è rappresentata dal decreto-legge “Fintech” n. 25 del 2023, che ha l’obiettivo di regolamentare l’emissione e la circolazione di strumenti finanziari in forma digitale. Per farlo, introduce un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito (DLT).
Il Decreto-legge n. 25 del 17 marzo 2023
Parte del più ampio “Finance Digital Package”, che comprende anche il MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation) e il DORA (Digital Operational Resilience Act), il decreto punta a rendere le infrastrutture DLT interoperabili con il sistema finanziario tradizionale. Ciò permetterà alle PMI di emettere strumenti di debito su blockchain, integrando gli investimenti nel mondo crypto con il circuito finanziario tradizionale, così da favorire la collaborazione tra banche tradizionali e società fintech.
Il regime pilota per le infrastrutture di mercato basate su DLT prevede l’uso di un registro distribuito e meccanismi di consenso blockchain. I registri saranno tenuti da soggetti autorizzati, come la Banca d’Italia, il Ministero dell’Economia e altri enti designati, per assicurare la sicurezza e l’affidabilità delle infrastrutture.
I requisiti per i registri DLT comprendono l’integrità, l’autenticità, la non ripudiabilità, la non duplicabilità e la validità delle scritturazioni, nonché l’identificazione dei titolari degli strumenti finanziari e la sicurezza delle informazioni, accessibili anche alla Consob e alla Banca d’Italia. La Consob, inoltre, sarà incaricata di verificare l’idoneità del registro, i meccanismi di sicurezza e la strategia di transizione, richiedendo una documentazione completa che includa una relazione tecnica illustrativa dell’iniziativa.
A supporto dell’innovazione, anche una sandbox regolamentare, un ambiente protetto per testare soluzioni innovative in collaborazione con le autorità di vigilanza, con una durata di sperimentazione massima di sei mesi, estendibile fino a diciotto. Ciò permetterà alle fintech di identificare eventuali problemi di compliance prima del lancio sul mercato.