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Cos’è e come nasce la Gig Economy
Con Gig Economy ci si riferisce a un modello economico in cui i lavori a tempo determinato o freelance dominano rispetto ai tradizionali impieghi a tempo pieno. Il termine “gig” deriva dallo slang musicale e rappresenta incarichi o lavori a breve termine.
Questo sistema ha origine dalla crescente digitalizzazione e dalla proliferazione delle piattaforme online, come Uber, Airbnb, e TaskRabbit, che connettono direttamente chi vende servizi e chi ne ha bisogno, bypassando i canali occupazionali tradizionali.
L’origine della Gig Economy può essere ricondotta ai primi anni 2000, con il boom delle startup tecnologiche e l’espansione di internet, che ha permesso la creazione di marketplace online per i freelance.
Tuttavia, è solo con la crisi economica del 2008 che il modello ha iniziato a guadagnare terreno, poiché molti lavoratori, privati di opportunità stabili, hanno cercato nuove forme di impiego. Oggi, la Gig Economy è un settore in continua crescita, capace di offrire flessibilità e opportunità, ma anche incognite in termini di sicurezza economica e protezione sociale.
Come funziona la Gig Economy
Il funzionamento della Gig Economy si basa su piattaforme digitali che fungono da intermediari tra domanda e offerta di lavoro. Tali piattaforme consentono a individui o aziende di pubblicare richieste di servizi, che vengono poi accettate da lavoratori freelance o temporanei: un modello che riduce notevolmente i costi di transazione e favorisce l’accesso a tante opportunità di lavoro.
I partecipanti alla Gig Economy possono operare in settori diversi, che spaziano dai trasporti (Uber, Lyft) ai servizi di consegna (Deliveroo, Glovo), fino al design grafico, alla scrittura freelance e all’assistenza tecnica.
Nonostante la varietà di ambiti, un fattore comune è la flessibilità: i lavoratori scelgono quando, come e dove lavorare. Tuttavia, la stessa flessibilità ha portato a un dibattito sulla mancanza di tutele previdenziali, assistenza sanitaria e stabilità economica per i lavoratori.
Pro e Contro della Gig Economy
La Gig Economy assicura vantaggi sia per i lavoratori che per le aziende, ma presenta anche alcuni svantaggi significativi.
Tra i principali benefici abbiamo:
- Flessibilità: i lavoratori hanno la libertà di scegliere i propri orari e la quantità di lavoro da svolgere, con un maggiore equilibrio tra vita privata e professionale.
- Accesso a opportunità globali: grazie alle piattaforme digitali, i lavoratori freelance possono accedere a diverse opportunità a livello globale, senza il vincolo dei confini geografici.
- Costi ridotti per le aziende: le imprese possono ridurre i costi di assunzione e gestione del personale attraverso l’esternalizzazione delle competenze specifiche.
Tra i principali contro abbiamo:
- Mancanza di stabilità: la natura temporanea del lavoro rende difficile per i gig workers ottenere redditi stabili e regolari.
- Assenza di benefici: i gig workers non godono delle protezioni offerte ai lavoratori dipendenti, come pensione, assicurazione sanitaria e ferie retribuite.
- Competizione elevata: la crescente diffusione di piattaforme digitali ha aumentato la competizione tra i gig workers e ha ridotto talvolta i compensi.
Esempi di Gig Economy
Alcuni esempi rilevanti di Gig Economy includono:
- Uber e Lyft: piattaforme che concedono a chiunque la possibilità di diventare autista freelance e offrire servizi di trasporto.
- Airbnb: consente alle persone di affittare le proprie case o stanze a breve termine, trasformando l’ospitalità in un’opportunità economica.
- Upwork e Fiverr: marketplace per freelance in settori come la grafica, il marketing digitale, la scrittura e lo sviluppo web.
- TaskRabbit: piattaforma che abilita gli utenti ad assumere freelance per svolgere piccole commissioni o lavori domestici come montaggio di mobili, riparazioni o pulizie.
- Deliveroo e Glovo: piattaforme di consegna a domicilio che permettono ai gig workers di guadagnare grazie alla consegna di cibo, generi alimentari e altri beni.
- Toptal: piattaforma specializzata per professionisti altamente qualificati nei settori della tecnologia, finanza e consulenza. A differenza di piattaforme generaliste come Fiverr, Toptal si rivolge a una nicchia di mercato commercializzando servizi di esperti su progetti complessi e di alto livello.
Come può il Fintech rivoluzionare la Gig Economy?
I lavoratori della Gig Economy non hanno spesso accesso a strumenti finanziari consolidati come prestiti bancari, conti pensionistici e assicurazioni.
Il Fintech sopperisce a tali lacune in vari modi. Vediamo in che termini.
Pagamenti Istantanei e Flessibili
Una delle aree in cui il Fintech ha già mostrato il suo impatto è quella dei pagamenti istantanei.
Piattaforme come PayPal, Square e Stripe propongono soluzioni che permettono ai lavoratori di ricevere pagamenti in tempo reale (attraverso il POS Virtuale o i Pagamenti Contactless), subito dopo aver completato un incarico.
Si tratta di un approccio che elimina i ritardi legati ai pagamenti mensili o settimanali tradizionali, generando liquidità immediata ai gig workers. Ad esempio, DailyPay e Earnin consentono ai lavoratori di accedere al loro salario già maturato prima del ciclo di pagamento regolare.
Gestione delle Finanze Personali
La Gig Economy è caratterizzata dalla mancanza di benefici come la previdenza sociale o il risparmio pensionistico, tipici dei contratti a tempo pieno.
Per ovviare a questa situazione, il Fintech ha sviluppato piattaforme di gestione delle finanze personali e risparmio automatizzato. Servizi come Chime e Acorns fanno risparmiare ai gig workers piccole somme ogni volta che ricevono un pagamento, così da far costruire loro un fondo per spese future o emergenze.
Inoltre, applicazioni come QuickBooks Self-Employed offrono strumenti per la gestione fiscale, la preparazione delle dichiarazioni dei redditi e l’organizzazione delle spese.
Accesso al Credito
Uno dei principali ostacoli per i gig workers è l’accesso al credito tradizionale. Senza un impiego stabile e continuativo, molti lavoratori della Gig Economy non soddisfano i requisiti delle banche tradizionali per ottenere prestiti personali o mutui.
Il Fintech ha rivoluzionato tale settore con nuovi modelli di valutazione del merito creditizio. Piattaforme come Kabbage, LendUp e Tala utilizzano metriche non tradizionali per valutare l’affidabilità creditizia dei gig workers, considerando fattori come la performance lavorativa, il volume di transazioni e la reputazione sulle piattaforme digitali.
Un approccio che facilita a migliaia di gig workers l’accesso a strumenti finanziari personalizzati, come prestiti a breve termine e microfinanziamenti, che altrimenti sarebbero stati inaccessibili. Secondo uno studio di CB Insights, il 40% dei gig workers negli Stati Uniti ha fatto ricorso a piattaforme Fintech per ottenere finanziamenti alternativi negli ultimi cinque anni.
Assicurazioni Personalizzate
Un altro ambito in cui il Fintech sta trasformando la Gig Economy è quello delle assicurazioni personalizzate.
Tradizionalmente, i lavoratori temporanei non hanno accesso ad assicurazioni sanitarie, protezione contro gli infortuni o piani pensionistici offerti dai datori di lavoro tradizionali.
Tuttavia, compagnie Fintech come Lemonade e Zego hanno introdotto nuove polizze assicurative, su misura per i gig workers, che possono essere acquistate in modalità pay-per-use o basate sul numero di ore lavorate.
Blockchain e Contratti Intelligenti
Un’altra area promettente è l’uso della blockchain e dei contratti intelligenti per gestire le transazioni nella Gig Economy.
La blockchain, nota per la sua sicurezza e trasparenza, può essere utilizzata per garantire pagamenti sicuri e automatizzati tra lavoratori e clienti.
Piattaforme come Opolis sfruttano la blockchain per creare ecosistemi finanziari decentralizzati dedicati ai lavoratori della Gig Economy.
Strumenti di Budgeting
Infine come non menzionare gli strumenti avanzati di budgeting e pianificazione finanziaria, particolarmente utili per chi ha redditi irregolari.
App come You Need A Budget (YNAB) e Mint permettono ai gig workers di tracciare le loro spese, impostare obiettivi di risparmio e gestire flussi di cassa variabili.
Tali soluzioni contribuiscono a ridisegnare il panorama finanziario della Gig Economy, così da rendere più agevole la vita dei lavoratori autonomi e temporanei, assicurando loro una maggiore sicurezza economica a lungo termine. Il Fintech, dunque, da un lato migliora l’accessibilità ai servizi finanziari, ma al tempo stesso rende l’ecosistema della Gig Economy più resiliente e sostenibile.