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17 Maggio 2019

Manifattura batte servizi nella puntualità dei pagamenti. Le aziende che cedono le fatture a Workinvoice mostrano dinamiche più virtuose rispetto al campione nazionale

Studio di Workinvoice sui Ritardi Gravi dei Pagamenti

I ritardi gravi riguardano il 12% sia delle piccole sia delle grandi aziende. E il Sud mostra numeri simili al Nord-Ovest. Merito della selezione “intelligente” dell’invoice trading. E della proattività delle aziende innovatrici

Il settore più virtuoso? Quello della manifattura – solo il 2,4% i ritardi gravi – seguito da arte ed entertainment con appena il 3,2% di ritardi gravi, e dal mondo delle utility, che pagano con ritardi superiori ai 30 giorni il 4,8% delle fatture. Fanalino di coda i servizi, che non rispettano i termini e superano il mese di ritardo per un terzo delle fatture che li riguardano.

I dati sono quelli dell’Osservatorio Workinvoice, elaborati dall’analisi di oltre 1.500 fatture cedute che sono transitate sulla piattaforma nel corso di un anno a tutto aprile 2019.

Nel FinTech, le dimensioni non contano

Innanzitutto, la maggior concentrazione dei pagamenti rilevati dall’Osservatorio Workinvoice rientra nei 30 giorni di ritardo: nei limiti di un mese viene saldato il 78% delle fatture delle grandi imprese e l’87% sia di quelle medie che di quelle piccole. Il dato scelto è particolarmente significativo: poiché la piattaforma non prevede penalizzazioni se le fatture vengono evase entro i 30 giorni di ritardo rispetto alla scadenza pattuita, non è un numero che segnala un deterioramento del rischio, ma è equiparabile a un pagamento puntuale. Sono molte le aziende che, indipendentemente dalla dimensione, tendono a sfruttare questo periodo di grazia senza che questo ne infici il merito di credito. Se infatti si confronta il comportamento delle imprese “innovatrici” che usano il FinTech con le dinamiche generali del più ampio campione di Cribis, si evince che le grandi imprese che pagano le fatture con un ritardo massimo di 30 giorni sono l’82%, contro il 52% delle micro.

La discrepanza tra campione generale e campione FinTech è ancora più visibile guardando ai ritardi gravi – tali si considerano quelli oltre i trenta giorni: per Workinvoice anche la quota di ritardi gravi è nella medesima percentuale per grandi e piccole aziende (al 12%) mentre le medie imprese sono più virtuose collocandosi a quota 5%. Al contrario, nel campione nazionale i ritardi gravi sono del 12,4% per le micro-imprese e del 5,2% per le grandi aziende con una tendenza a diminuire all’aumentare delle dimensioni. In compenso, nel campione nazionale si osserva la tendenza dei pagamenti puntuali a diminuire a mano a mano che aumentano le dimensioni delle aziende: sono puntuali il 36,5% delle micro aziende e il 12,5% delle grandi. Il che segnala, semplicemente, il maggior potere contrattuale dei colossi rispetto ai piccoli.

Un circolo virtuoso innescato dal FinTech

Il campione di Workinvoice, pur se soggetto a maggiore volatilità e ai trend stagionali, è significativo per tracciare similitudini e differenze tra il sottogruppo di aziende che si aprono ai servizi FinTech e la media nazionale.

La maggiore omogeneità nel campione di debitori di Workinvoice dipende dal fatto che si tratta di imprese selezionate in maniera intelligente in base a caratteristiche di solvibilità e affidabilità. Ma, il fatto che nel campione non si verifichi la correlazione inversa tra ritardi gravi e dimensione dimostra che il FinTech ha il potenziale di innescare un circolo virtuoso: il meccanismo dell’invoice trading prevede che le imprese accettino la cessione e quindi scelgano di aiutare la propria filiera di fornitori. Ovviamente questo implica maggiore rispetto dei tempi di pagamentoconcordati e orientatamento a un’etica di business che in Italia è ancora carente. La conclusioneche se ne trae è che la cessione del credito può funzionare come facilitatore dell’equilibrio finanziario complessivo del sistema produttivo italiano, facendo leva proprio su uno dei maggiori punti deboli del circuito.

Sulle piattaforme il Nord è uguale al Sud Un’ulteriore conferma di questo dato sta ancora nei numeri di Workinvoice, in cui si osservano dinamiche omogenee anche da un punto di vista geografico. Le aziende di Workinvoice sono più omogenee dal punto di vista dei ritardi rispetto a quelle del campione nazionale di Cribis, dove il Sud esprime numeri decisamente peggiori. Per Workinvoice, Sud e Isole pagano rispettando il limite dei 30 giorni nell’86,5% dei casi, in linea con il Nord-Ovest (a 87,1%), superando sia il Centro (70,2%) sia il virtuoso Nord-Est che ha una quota del 76,7% di ritardi non gravi. Se analizziamo i ritardi gravi, il Sud appare particolarmente virtuoso: con una percentuale di appena l’1% contro il 3,2% del Nord-Est e il 7,6% del Nord-Ovest; mentre il Centro sfora di oltre un mese i termini in oltre il 22% dei casi.

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