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2 Aprile 2020

Finanza per le piccole imprese: cosa fare per l’emergenza Coronavirus

Finanza per le piccole imprese

Nel post del 31 marzo abbiamo raccontato i piani che abbiamo adottato, senza alcuna esperienza precedente, per affrontare l’emergenza causata dalla pandemia e dalle disposizioni adottate dal governo per il contenimento. Con questo articolo invece vorremmo rientrare nel nostro habitat naturale, in un ambito in cui possiamo giocare le nostre competenze finanziarie e metterle a disposizione delle imprese che si devono districare con difficoltà tra concetti e normative non sempre chiare, come forse starà facendo la tua in questo momento.

L’importante è procedere con ordine. Innanzitutto è necessario proteggere la liquidità e prendere decisioni in merito agendo per fasi: 1) per prima cosa devi valutare il fabbisogno; 2) in seconda battuta occorre raccogliere informazioni e studiare gli strumenti disponibili; e 3) infine dovresti stabilire un piano fattibile e flessibile.

Vediamo nel dettaglio questi step.

1. Valutare il fabbisogno di cassa

Stabilire di quanta liquidità potrai disporre nelle prossime 12-20 settimane dipende da alcune incognite e altre certezze. Tra le prime, per chi sta ancora fatturando e deve attendere il pagamento, l’incertezza principale è la puntualità del cliente, sulla quale anche le esperienze storiche non sono più una certezza. Come reagiranno le imprese (anche di grande dimensione) alla crisi di liquidità? Ecco perché è importante costruire vari scenari, anche pessimistici, sui tempi di incasso. Se i tuoi clienti sono molto piccoli o se operano in settori colpiti duramente dall’emergenza sanitaria è probabilmente saggio cancellare l’ipotesi di un incasso ravvicinato.

Più facile è posizionare su una scala temporale le uscite di cassa, a partire dagli stipendi per i lavoratori non collocati in cassa integrazione, le polizze assicurative da rinnovare e i fornitori più importanti, senza i quali sarebbe difficile continuare l’attività.  Potrai rinviare alcune uscite “per legge” grazie alle misure straordinarie emesse dal governo, potrai ritardarne altre, ma sarebbe meglio farlo solo dopo esserti accordato/a con il creditore.

Se sei una micro-impresa che incassa dai clienti con pagamenti a vista (contanti, POS, carte) la situazione è forse più semplice da valutare, ma purtroppo più drammatica. Uno studio recente di una importante banca statunitense ha calcolato che la liquidità media detenuta dalle micro-imprese USA è davvero modesta: nel campione di circa 600.000 imprese la liquidità disponibile è di solo 16 giorni per un ristorante, di 23 per i negozi di abbigliamento e di 33 per chi offre servizi high-tech. Non abbiamo a disposizione dati simili per l’Italia, ma immaginando che non siano troppo distanti ci rendiamo conto dell’emergenza liquidità per le micro-imprese che hanno dovuto fermare la propria attività.

2. Raccogliere informazioni precise

Dopo avere stabilito un valore minimo e massimo di liquidità prevista nell’arco di almeno sei mesi da oggi, è il momento di raccogliere informazioni precise e aggiornate sulle misure disponibili alle imprese. Al momento sono previste tre tipologie di interventi: 

  • Costo del lavoro, ovvero puoi attivare con minore burocrazia della cassa integrazione in deroga e del Fondo Integrazione Salariale per ridurre il carico del costo del lavoro,
  • Oneri fiscali, vale a dire che puoi rinviare alcune scadenze fiscali e contributive (solo per certe imprese e per certe tipologie, le cartelle ad esempio non sono sospese)
  • Rate bancarie, puoi attivarle ammesso il posticipo delle rate di mutui bancari e di leasing che viene concesso in automatico dal sistema bancario.

Vi sono poi informazioni più soft a cui potresti fare riferimento. Ad esempio, acquisire un rapporto informativo che contiene il bilancio di alcuni fornitori potrebbe aiutarti a trovare qualche valida motivazione per chiedere una ragionevole dilazione di pagamento.

3. Predisporre un piano puntuale ma flessibile

La terza mossa, avendo chiarito quanta liquidità devi reperire in funzione di incassi, pagamenti e dell’attivazione di misure di supporto, consiste nello stilare un piano di azioni concrete assegnando responsabilità, tempi di esecuzione e impatto sull’obiettivo anche per dare un ordine di priorità.

Facciamo un esempio: la moratoria prevista sui mutui bancari e valida solo per le PMI. Questa misura ci dice che non ci sarà un’uscita di cassa fino al 30 settembre, ma non ha ancora chiarito completamente il processo per la concessione. Ricordiamo inoltre che la moratoria non viene concessa alle imprese che sono state segnalate in Centrale Rischi con esposizioni deteriorate (inclusi ritardi oltre 90 giorni) e che non sono oggetto della sospensione le rate non pagate alla data della pubblicazione del decreto (17.3.2020). Le PMI che sono partecipate da imprese di maggiore dimensione sono ugualmente escluse.

Sulla possibilità di dilazionare impegni di pagamento ai fornitori occorre inserire ipotesi ragionevoli e aggiornare il piano non appena siano stati concordati i nuovi termini di pagamento.

Ti sarà anche utile sapere sapere che fino al 30 settembre le banche non potranno revocare i fidi accordati a breve, a scadenza e come scoperto di conto corrente. Perciò la quota non utilizzata può diventare disponibile e costituire un’entrata di liquidità per il tuo piano d’emergenza.

In questa circostanza drammatica,  stiamo diventando consapevoli che questa crisi non sarà come quelle finanziarie o economiche del passato. Non stiamo fronteggiando una riduzione graduale del fatturato che poi lentamente ripartirà, ma un crollo verticale.  Questa crisi ha dinamiche che nel breve stanno per mettere a rischio la vita futura di moltissime aziende. Conservare liquidità significa sopravvivere. E mentre ci auguriamo che il governo trovi una soluzione veloce per tutti, ti consigliamo di risparmiare gli sforzi per aiutarti con le tue mani.

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