La riforma che rientra sotto il nome di Codice della Crisi ha come estrema sintesi l’obiettivo di prevenire lo stato di insolvenza; in pratica obbliga gli imprenditori a “segnalare” situazioni di potenziale pericolo con un anticipo tale da consentire alle aziende stesse di correre ai ripari, grazie al supporto di un esperto/consulente.
La ratio è sia preventiva, sia premiante: tutte le imprese che attiveranno in maniera tempestiva gli indicatori di allarme godranno di un premio: come, per esempio, attenuanti per reati legati al fallimento e non punibilità dei delitti fallimentari in caso di danno patrimoniale tenue, o sconti su interessi e sanzioni per debiti fiscali.
Prevenire l’Insolvenza: Sfide e Risultati per le PMI
La messa in pratica di queste regole non è semplice, e in particolare tra le piccole e medie imprese i tempi di reazione e le competenze per stare dietro alle complessità della norma non sono sempre sufficienti.
Il bilancio a due anni dall’avvio della procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa, però, pare positivo: sono oltre 6.100 i lavoratori salvati dal licenziamento per chiusura dell’azienda, 502 le procedure chiuse, di cui 96 con esito favorevole. Il risultato si deve soprattutto a una vera e propria accelerazione sperimentata negli ultimi tre trimestri del 2023, in cui oltre 1 procedura su 4 si è chiusa con esito favorevole (dati IV edizione dell’Osservatorio semestrale sulla composizione negoziata della crisi d’impresa, realizzato dall’Area Servizi per la Finanza ed il Sostegno alle Imprese di Unioncamere novembre 2023).
L’Importanza della Prevenzione per gli Imprenditori
Per evitare il sorgere della crisi l’imprenditore ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”
Cosa si intente per Continuità Aziendale
Per “continuità aziendale” si intende la capacità dell’impresa di continuare a costituire un complesso economico funzionante, destinato alla produzione di reddito per un periodo di almeno 12 mesi dalla data di riferimento del bilancio.
Monitoraggio delle Soglie di Allarme: il Capitale Circolante
La sola probabilità di non riuscire a saldare i propri debiti entro i successivi 12 mesi può innescare severe procedure concorsuali che porteranno l’imprenditore a perdere il controllo della propria azienda, che passerà in mano ad un liquidatore, per tutta la durata di una complessa procedura che, a seconda dei casi, o la salverà o la liquiderà.
L’Agenzia delle Entrate invia avvisi agli imprenditori comunicando che l’impresa che non ha pagato, anche solo 5 mila euro del debito IVA del primo trimestre 2022, deve adeguarsi o valutare se è in crisi.
Una delle voci del bilancio da tenere maggiormente sotto controllo è il capitale circolante: purtroppo la diffusa prassi italiana di saldare in ritardo le fatture influenza molto questo parametro; in base alle regole del Codice della crisi, se ci sono troppi crediti commerciali incagliati, scatta subito la soglia d’allarme e la segnalazione.
Segnali di Allarme per Prevenire l’Insolvenza
Forte calo dei ricavi, aumento dei costi di produzione o vendita, ritardi nei pagamenti di dipendenti e fornitori, di imposte o di versamento dei contributi, conto corrente in rosso e fido completamente utilizzato. Tutti questi sono sintomi che portano le banche a non concedere ulteriori fondi e se l’impresa non riesce a saldare entro un anno tutti questi debiti, si verificano i presupposti per dichiarare lo stato di crisi e di insolvenza, aprendo la liquidazione giudiziale. Anche solo il mancato riscontro alle richieste di pagamento dei creditori può essere interpretato come un campanello di allarme per l’avvio verso lo stato di insolvenza.
Gestire lo Stato di Insolvenza
L’imprenditore assoggettato alla procedura di liquidazione ha ancora possibilità di salvezza. Può accedere agli strumenti di composizione della crisi diversi della liquidazione giudiziale, come i piani attestati, gli accordi di ristrutturazione, il concordato preventivo e il nuovo piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione.
Soluzioni Finanziarie: l’Invoice Trading
La crisi produttiva di un’azienda ha spesso, come abbiamo letto, disfunzioni finanziarie.
La soluzione di queste ultime può agevolare, in alcuni casi, una ripresa anche economica. I crediti commerciali incagliati sono nel complesso talmente rilevanti che – se resi liquidi – potrebbero aiutare l’impresa a risollevarsi o a ricorrere in modo più efficace alla composizione negoziata.
Il Ruolo di Workinvoice nelle Crisi Aziendali
In questi casi Workinvoice può essere di grande supporto agli esperti negoziatori previsti dalla normativa sul Codice della crisi. La piattaforma di anticipo fatture, infatti, offre una soluzione completamente digitalizzata che gestisce e integra dati di incassi e pagamenti, credit scoring e documentazione a supporto del credito. In alternativa alle banche, Workinvoice può essere un utile strumento per offrire credito e liquidità immediata alle società in crisi con la cessione dei loro crediti commmerciali, garantendo loro un netto miglioramento della posizione finanziaria netta, rating creditizio e senza alcun tipo di segnalazione in Centrale Rischi Banca d’Italia.
“Il nuovo codice della crisi impone agli imprenditori di dovere istituire adeguati assetti organizzativi che gli consentano di monitorare proattivamente l’andamento delle proprie imprese e prevenire con tempestività eventuali perdite di continuità aziendale – spiega Andrea Bertini, Chief Revenue Officer Workinvoice – È pertanto fondamentale per le imprese poter utilizzare strumenti innovativi come l’Invoice trading, che può dare un forte e concreto aiuto alle PMI permettendo loro di accedere a liquidità immediata, ossigenarsi, ottimizzare il proprio capitale circolante e al tempo stesso migliorare i propri indicatori economico-finanziari, il rating creditizio e la propria posizione finanziaria netta, senza per altro essere segnalati nella Centrale Rischi Banca d’Italia”.
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