Tassi alti e tempi di approvazione lunghi sono i principali ostacoli all’accesso al credito, soprattutto nelle pmi. Per questo, sul tema del reperimento fondi il percepito dei piccoli e medi imprenditori non è positivo. Il 56% delle piccole e medie imprese pensa di aver bisogno di liquidità entro una settimana. Il 31% entro due giorni. Questo quanto risulta da un sondaggio condotto da Workinvoice – in collaborazione con l’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano e presentato in anteprima al convegno Supply Chain Finance: un nuovo aumento del tasso di interesse?.
Le pmi – con un giro d’affari, calcolato da Sace, di oltre mille miliardi di euro – generano quasi il 40% del valore aggiunto nazionale e impiegano un terzo di tutti gli occupati. Non solo, sono le imprese più dinamiche con un incremento della produttività del 7% tra il 2010 e il 2019. Inoltre, nel 2019 hanno venduto all’estero beni per 219 miliardi di euro, il 46% delle esportazioni dell’intero sistema Italia.
Il questionario anonimo è stato sottoposto a 437 pmi. Più della metà del campione intervistato ha dichiarato di aver urgenza di accedere a fonti di finanziamento entro una settimana. Nelle categorie di aziende intervistate, si legge nella ricerca, quelle attive nei servizi ne hanno bisogno più di altri settori, perché hanno una bassa liquidità. Al contrario le imprese attive in trasporto e magazzinaggio hanno una maggiore liquidità e dunque meno urgenza.
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