“Per le imprese italiane la gelata del credit crunch è sempre più concreta. Secondo i dati di Bankitalia, a febbraio i crediti alle aziende sono diminuiti dello 0,5%, a fronte di una variazione nulla a gennaio. Per ritrovare un calo superiore allo 0,5% bisogna tornare indietro di tre anni, al febbraio 2020, quando – nei giorni in cui era scoppiata la pandemia avevano registrato un crollo dell’1,2%. La contrazione è confermata anche dai numeri del Fondo Pmi: a marzo la caduta dei finanziamenti garantiti è stato del 46% in termini di numero di domande e del 52% in termini di importo. Anche se il livello resta nettamente più alto rispetto al periodo prepandemia, è evidente come vi sia stata una restrizione cospicua nella possibilità di accesso al credito.”
Quando l’accesso al credito bancario diventa sempre più complesso, le imprese vanno alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento. Infatti, secondo i dati elaborati dall’ufficio studi di Nsa, ossia il gruppo che supporta le banche nell’accesso alle garanzie del Fondo Pmi, “il volume di finanziamenti erogati dai principali istituti di credito e dal mondo fintech hanno seguito dinamiche contrapposte dal 2019 al 2022.”. Come evidenzia il grafico sottostante, i volumi sono differenti ma è l’incremento percentuale che merita di essere evidenziato. Se l’importo erogato dalle banche è salito del 263%, quello che fa riferimento alle fintech è balzato del +1.115%.
“Risulta chiaramente che a fronte di una restrizione del sistema bancario le imprese inizino a rivolgersi sempre più alle fintech. Gli attuali turbamenti del sistema bancario tradizionale potrebbero indurre le banche ad ulteriori restringimenti, nonostante l’evidente calo delle domande e dei volumi, pertanto una maggiore necessità di fintech”, spiega l’analisi di Nsa.
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