Il Supply Chain Finance vale 575 miliardi, ma tra le Pmi è ancora poco diffuso.
Imprese a corto di liquidità. È l’effetto dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse che nel 2023 ha pesato sul tessuto economico italiano. In
questo contesto, il Supply Chain Finance ha acquisito un nuovo ruolo strategico per l’accesso al credito, permettendo di finanziare il capitale circolante facendo leva sul ruolo e le relazioni della filiera. Dopo aver raggiunto i 560 miliardi di euro nel 2022, con una crescita anno su anno del 10,2%, il mercato potenziale del credito di filiera in Italia ha proseguito la sua espansione nel 2023 con una crescita stimata tra lo 0,5% e il 3%, per
attestarsi su un valore di 563-575 miliardi.
«Il Supply Chain Finance è un elemento chiave per offrire un accesso agevolato al credito per le imprese in difficoltà – spiega Federico Caniato, direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. È un alleato in grado di soddisfare il bisogno di liquidità e finanziare il capitale circolante,
sfruttando le relazioni di filiera che potrebbero ridurre il costo del capitale.» Gli spazi di diffusione di questa nuova forma di finanziamento sono ancora enormi, in particolare tra le piccole e medie imprese, come conferma Antonella Moretto, direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance: «dalla nostra indagine, le Pmi italiane esprimono la necessità di nuove soluzioni di finanziamento, ma conoscono ancora poco le opportunità del credito di filiera. Le imprese vanno supportate nell’educazione verso forme di finanziamento più innovative, che al contempo devono garantire processi rapidi e snelli di approvazione, insieme a un supporto umano che possa guidare e sostenere le Pmi nelle scelte finanziarie».
Il sondaggio di Workinvoice: da una ricerca condotta in collaborazione con Workinvoice, emerge che la gestione della liquidità e del capitale circolante è particolarmente rilevante per le Pmi italiane: il 33% considera la propria liquidità bassa o molto bassa, con la necessità di accedere a
fonti di finanziamento in tempi brevi: il 57% ha bisogno di accedere a fonti di credito entro una settimana, mentre il 30% entro 24/48 ore. Ma per far fronte alla necessità di finanziamento, le Pmi adottano perlopiù soluzioni tradizionali, come prestiti bancari e linee di credito autoliquidanti, che conoscono meglio rispetto a soluzioni alternative e digitali come il minibond, l’invoice trading e quelle di Supply Chain Finance.
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