La finanza tradizionale ha sempre più bisogno del fintech per innovare. E allora se lo porta in pancia con tutta una serie di operazioni di M&A a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi. La più recente è quella che ha visto Generalfinance, intermediario finanziario specializzato nel factoring alle PMI quotato su Star acquisire il 96% circa del capitale di Workinvoice, leader italiano dell’invoice trading fondata a fine 2013 da Matteo Tarroni, Ettore Decio e Fabio Bolognini.
“L’acquisizione di Workinvoice ha una forte valenza strategica per Generalfinance in quanto consente di sviluppare l’attività di invoice discounting e di finanziamento del capitale circolante delle PMI offrendo prodotti e servizi innovativi di digital lending”, si legge nel CS ufficiale.
Ma prima, c’è stato il caso di Banca Valsabbina che ha rilevato il 100% di Prestiamoci, la piattaforma digitale di consumer lending; che ha dei precedenti. “Possiamo trovare esempi simili in altri ambiti ad alta tecnologia – precisa Tarroni – Si pensi a quello che è successo nel settore farmaceutico, dove le piccole biotech hanno permesso di sviluppare nuove molecole che vengono poi prodotte e commercializzate dalle grandi case farmaceutiche. O nell’industria automobilistica: le startup che lavorano su veicoli elettrici e a guida autonoma collaborano con i grandi costruttori per portare queste tecnologie sul mercato. Infine nella tecnologia, le piccole aziende innovative in settori come IA e blockchain vengono spesso acquisite o entrano in partnership con i giganti del tech come Google, Apple e Microsoft”.
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